Di riti simbolici di matrimonio ce ne sono davvero moltissimi e ognuno di loro aggiunge un tocco di magia alla cerimonia laica. Come celebrante laico-umanista mi piace scegliere e consigliare agli sposi che si rivolgono a me, il rito a loro più adatto, quello che possa meglio rispecchiare la loro storia d’amore. Pongo la massima attenzione a trovare (e a volte a ideare io stessa) un rito simbolico che possa aggiungere qualcosa di davvero significativo al loro momento più bello. Un rito simbolico che trovo molto suggestivo è quello in cui sono protagoniste le candele: il cosiddetto Rito della Luce.
Il Rito della Luce: come si svolge?
Il Rito della Luce prevede che entrambi gli sposi abbiano scelto, prima della cerimonia, ciascuno una candela, della forma e del colore che preferiscono e che accendano questa candela durante la cerimonia. A me, personalmente, piace far accendere le rispettive candele al principio della cerimonia, in modo tale che le candele possano illuminare già dal principio le parole e i gesti che la sposa, lo sposo, la celebrante ed eventuali ospiti, pronunciano e compiono in questo momento così speciale e unico per la coppia.
Nella postazione dove si svolge la cerimonia, di solito sopra un tavolino dalla foggia che ben si adatta al contesto della cerimonia e al gusto degli sposi, si trova una terza candela, più grande, anche questa scelta con cura dalla coppia. A un certo punto della cerimonia, è proprio questa terza candela che gli sposi accendono utilizzando le fiammelle delle due rispettive candele. Questa nuova fiammella simboleggia un nuovo inizio: da due singole unità, da due individui diversi e indipendenti, nasce, letteralmente viene alla luce, una terza dimensione, una nuova vita che è quella della coppia, che non è la semplice somma di due parti, ma una terza entità, nuova e splendente.
Le candele sono protagoniste del Rito della Luce
Protagonista del Rito della Luce è la candela, un oggetto che, oggi, è usato solo in modo marginale e in rare occasioni, ma che in passato aveva una grande importanza nella vita di tutti i giorni.
Vediamo insieme alcuni esempi e significati di questo oggetto dai molteplici usi e significati simbolici.
La candela ha e ha sempre avuto un valore simbolico molto potente in tutte le tradizioni e religioni ed è utilizzata in tantissimi riti; è un oggetto in passato considerato molto prezioso, ora comune, ma sempre portentoso, che coinvolge tutti i sensi: il tatto, la vista, l’olfatto, l’udito (ebbene sì, la candela può produrre un crepitio davvero singolare), l’olfatto e anche il senso del tempo.
I significati simbolici della candela
La candela illumina l’oscurità e porta luce nelle tenebre, non solo in senso materiale ma anche in senso metaforico, come portatrice di speranza e di conoscenza laddove regna l’oscurità del male e dell’ignoranza. La candela rappresenta il trionfo del bene sul male.
La candela è un invito alla meditazione e alla tensione verso l’alto, a bruciare con ardore, tendendo sempre verso mete elevate e nobili.
La candela è colore e calore, la sua fiamma, che tende sempre verso l’alto e anche dopo un soffio che la fa vacillare, torna con la sua forza ascensionale a fiammeggiare verticale e resistente alle perturbazioni materiali e morali, ci ricorda, come un filo a piombo impalpabile, quale sia la direzione da seguire e l’atteggiamento da tenere. La candela ci invita a tendere verso l’alto, a schiena dritta, innalzando noi stessi alla ricerca di quei valori che trascendono la nostra materialità.
La candela è anche simbolo dell’individualità e dell’essere umano, ed è per questo motivo che le candele che ciascuno degli sposi usa nel Rito della Luce sono simili, nella forma, ma differenti nel colore: la cera rappresenta il corpo, la componente materiale del nostro essere nel mondo, lo stoppino l’anima, la fiamma lo spirito e il fumo la metamorfosi che ci può attendere nel momento in cui esaliamo l’ultimo respiro e ci stacchiamo definitivamente dal corpo per unirci all’Uno che ci circonda.
La candela rappresenta i quattro elementi
La candela rappresenta il nostro essere e anche i quattro elementi: la terra con la cera, il fuoco con la fiamma, l’acqua con lo sciogliersi della cera e l’aria con il fumo della candela.
Accendiamo una candela quando desideriamo innalzare una preghiera, compiere un voto, ringraziare per un dono ricevuto ed esprimere un desiderio, proprio come accade quando soffiamo sulle candeline poste sulla torta di compleanno.
La candela è anche simbolo di speranza, è il nostro piccolo faro nella notte che ci aiuta a mantenere la rotta che ci siamo prefissate; posta davanti alla finestra è invito a fare ritorno a casa per chi è lontano (come spesso facevano le mogli dei marinai durante le lunghe assenze in mare dei propri mariti).
La candela è altresì simbolo di festa e di attesa gioiosa durante il periodo dell’Avvento, che precede il solstizio invernale, come testimoniano ancora oggi le decorazioni luminose che abbelliscono le finestre delle abitazioni durante i lunghi inverni nordici.
Il gioco vale assolutamente la candela!
Nel Medioevo la “candela” era oggetto prezioso che i giocatori d’azzardo, che si ritrovavano nelle case, portavano con sé come quota di partecipazione al gioco. Da qui il modo di dire “Il gioco non vale la candela” allorquando le perdite al tavolo delle carte erano superiori al costo del cero portato per illuminare lo svolgimento della partita.
Nel Rito della Luce le candele sono al centro della cerimonia e sono oggetti molto preziosi, che ci ricordano come gli sposi si stiano mettendo in gioco per la sfida più avvincente ed emozionante che ci sia: diventare marito e moglie e affrontare insieme le sfide della vita.
E il gioco vale assolutamente la candela.