Nella mia esperienza di celebrante laico-umanista dedico grandissima attenzione a trovare le parole giuste per raccontare la storia di vita di chi affida a me il racconto di un momento di passaggio della propria esistenza. Sia che si tratti di una nuova vita che arriva in famiglia, di un amore che vuole essere celebrato nel momento del matrimonio o di un rinnovo delle promesse, il mio impegno è sempre grandissimo per rendere onore alla vita dei protagonisti. Quando si tratta di un funerale laico o di una cerimonia di commemorazione, la scelta delle parole giuste diventa ancora più importante, perchè sono chiamata a rendere onore a una vita intera. Sento molto la responsabilità di questo compito.
Ogni vita è un’opera d’arte
Mi piace pensare che ogni vita, ogni biografia, costituisca di per sé un quadro compiuto, un’opera unica e perfetta, anche se, talvolta, non corrisponde alle nostre aspettative e al nostro concetto di completezza.
Non tutte le tele hanno contorni e immagini riconoscibili: se confrontiamo un ritratto di Francisco Goya, preciso e definito nei minimi dettagli, ad uno di Pablo Picasso o addirittura di Francis Bacon, dove alla aleatorietà dei volti si unisce un tratto confuso e a volte incompleto, dopo un primo momento di smarrimento, moduliamo lo sguardo e riusciamo a percepire ogni opera come conclusa e perfetta.
Ogni storia di vita è unica e speciale
Certo, lo stile di ciascun artista è diverso, ma non lo sono anche le nostre vite e le nostre storie? Eppure, persino una linea interrotta partecipa al senso dell’opera, anzi, le conferisce originalità e unicità. Proprio come il viaggio che ci vede protagonisti delle nostre vite, uniche e compiute.
Rendere visibili i ricordi di vita durante un funerale laico
Ed è proprio tale viaggio, nella sua singolarità e bellezza, che, nel mio ruolo di celebrante laico-umanista, sono chiamata a raccontare e a rendere visibile. Soprattutto nel momento più dolente, quello del commiato, in cui i contorni del passato sfumano e diventano difficili da cogliere, a causa delle lacrime che annebbiano la vista e del dolore che toglie lucidità.
Il mio compito di celebrante nel funerale laico
Il mio compito di celebrante è quello di sedermi accanto a chi ha perso una persona cara, prenderla per mano e accompagnarla nel viaggio della memoria, con sensibilità ed empatia. A volte resto in silenzio e mi pongo in rispettoso ascolto di tutto ciò che fluisce libero e liberatorio nei ricordi di parenti e amici. Talvolta, se necessario, sono io a porre le domande, cercando di cogliere e cucire insieme il filo della vita del defunto, per conoscerla e restituirla degnamente durante la cerimonia del funerale laico.
I ricordi: tappe nel viaggio della memoria
Spesso la storia di vita del defunto sgorga come un fiume in piena e porta con sé ritagli di vita, memorie, racconti, episodi significativi, commoventi, aneddoti buffi, talvolta bizzarri; a me la cura di accoglierli e raccoglierli, appenderli a un filo immaginario teso tra passato e presente, come biglietti colorati al vento per farli asciugare e per fissarne i contenuti. Sono questi i ricordi che diventano le tappe del viaggio nella memoria e nella storia di vita di chi celebriamo il funerale laico.
Il funerale laico di Elena
In una occasione è accaduto che tale filo immaginario prendesse forma tangibile e desidero raccontarvi un dettaglio di una cerimonia che ho celebrato qualche mese fa, durante il funerale laico di Elena. La cerimonia Ad Memoriam per Elena si è svolta all’aperto, in campagna, nel giardino dove Elena, madre e nonna amatissima, si era ritirata a vivere dopo il pensionamento.
Un rito simbolico per coinvolgere anche i più piccoli
Per coinvolgere anche i più piccoli della famiglia ho suggerito alle figlie di preparare insieme a loro, il giorno prima della cerimonia, tanti biglietti colorati sopra i quali ognuno e ognuna di loro avrebbe potuto fare un disegno, attaccare una foto, scrivere una parola o un pensiero di saluto dedicato ad Elena. Tutti i foglietti erano stati poi appesi con mollette di legno colorato ad un filo teso tra due alberi.
Un momento di serena condivisione
Complice una splendida giornata di sole autunnale, la cerimonia si è svolta in un’atmosfera di grande serenità e leggerezza, regalando ai presenti occhi lucidi, ma anche tanti sorrisi e ricordi felici. Nel momento dell’ultimo saluto, sulle note di “Salirò” di Daniele Silvestri, canzone che Elena ballava spesso con le nipoti, una folata di vento ha scompigliato i biglietti e ne ha fatto volare uno in aria: era opera della nipotina più piccola, che vi aveva disegnato sopra una colomba bianca con le ali vaporose come nuvole.
Raccontare per vivere nel cuore di chi resta
In quel momento non ho potuto fare a meno di pensare alle parole della grande poetessa Alda Merini: “Mai avrei pensato che queste pagine diventassero ali“.
Eppure, è accaduto, come ogni storia che non rimane taciuta e scivola nell’oblio, ma prende voce, corpo e, talvolta, ali per continuare a vivere nel cuore e nel ricordo di chi resta.
Dare il mio piccolo contributo affinché questo accada mi dà profonda gioia ed è proprio per questo motivo che ho voluto diventare celebrante laica.
Desideri ricordare una persona cara che non c’è più?
Hai mai pensato di dedicare un momento speciale a una persona cara che ha lasciato una traccia speciale nella tua vita? Vorresti commemorare la memoria e il ricordo di qualcuno che hai amato? Se lo desideri, ma non sai come fare, scrivimi. Insieme possiamo trovare il modo più adatto per rendere onore alla sua memoria e creare una cerimonia che racconti la sua vita e ne celebri i momenti speciali.
Perchè nessuno muore, finchè vive nel ricordo dei proprio cari.